« Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.»
Nella cultura ebraica si pensava che l’anima restasse nei pressi del corpo del defunto per tre giorni dopodiché, al quarto giorno, discendeva nello sheol, il “regno dei morti”.
Scrivendo che Lazzaro “già da quattro giorni era nel sepolcro”, l’evangelista attesta dunque che la sua morte era ormai accertata ed irreversibile… e ciò rimarca il contrasto con la “vita” che “esploderà” a seguito dell’intervento di Gesù, il quale sta per manifestare la sua vittoria sulla morte.
Segue: Gv 11,18-19