Gv 12,34

« Allora la folla gli rispose: "Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?".»

Le persone della folla che hanno ascoltato Gesù, riescono a valutare le sue parole soltanto secondo il “metro” della loro conoscenza della Scrittura.
Così, non si spiegano come Lui abbia potuto parlare di un Figlio dell'uomo* (Gv 12,23) che deve essere innalzato e dovrà in qualche mondo andarsene, morendo o comunque scomparendo... mentre il Figlio dell'uomo di cui si parla nel Libro di Daniele (Dan 7,13s) è una figura celeste che con onore e potenza dovrà portare un regno senza fine.
Lo stesso Messia, con il quale il Figlio dell'uomo veniva tradizionalmente identificato, avrebbe dovuto rimanere in eterno, instaurando un regno messianico concepito come il dominio senza fine di giustizia, felicità e pace (cfr. per es. Is. 9,6; Ez. 37,25).
Tenendo anche conto di come nella Bibbia ebraica non si parli mai della morte del Messia davidico... o del termine della sua attività... si può dunque comprendere perché la folla risponda a Gesù dicendo di aver appreso dalla Legge (cioè dalla Scrittura) che il Cristo rimane in eterno.
Pur se le persone che hanno fatto questa affermazione non possono capirlo... si tratta peraltro di una realtà che corrisponde perfettamente a ciò che accadrà a seguito dell“innalzamento” di Gesù sulla croce, perché il Cristo “glorificato”* vincerà la morte.

Segue: Gv 12,35

* Vedi nel Glossario le voci:
"Figlio dell'uomo"
"Glorificazione"