« Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.»
In questo fondamentale momento, Gesù proclama l’unico “comandamento” lasciato alla sua comunità: che vi amiate gli uni gli altri.
Il precetto dell'amore era già espresso dalla Legge mosaica, nella celebre forma “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lv 19,18) che ritroviamo anche nel Vangelo di Matteo in bocca a Gesù (Mt 22,39).
Rispetto a questo antico principio, secondo il quale l'uomo che ama costituisce egli stesso la “misura” di tale amore, qui Gesù va oltre:
Dicendo “come io ho amato voi”, Lui parla infatti di un'amore commisurato a Sé stesso, cioè all'esempio che Egli ha dato nel corso della sua vita... e dunque si tratta di un amore che va oltre ogni misura umana e acquisisce uno sconfinato “respiro” divino.
Il fatto che qui Gesù usi l'espressione comandamento nuovo... va inteso attribuendo a nuovo l'accezione di “perfezionato, di qualità migliore”...
Lui infatti “comanda” alla sua comunità quell'amore di donazione che è espresso dal termine greco "agàpe" e che, significativamente, nella prima lettera giovannea sarà usato quale definizione stessa di Dio (1 Gv 4,8).
Si tratta dell'amore che Gesù ha manifestato nel corso della Sua esistenza terrena, e che Egli ha simbolicamente rappresentato con la lavanda dei piedi appena effettuata ai suoi discepoli (Gv 13,5).
Ad essi Lui adesso dice “così anche voi amatevi gli uni gli altri”, istituendo dunque questo amore quale basilare precetto della sua comunità.
Segue: Gv 13,35
Post collegato: “Sole quotidiano” (nel mio blog “Diario di un monaco”)