Gv 13,8

« Gli disse Pietro: "Tu non mi laverai i piedi in eterno!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".»

Gesù ha cominciato a lavare i piedi ai discepoli e Pietro, non comprendendo perché il suo Maestro si comporti così,  esprime un energico rifiuto dicendo: Tu non mi laverai i piedi in eterno!
Queste sue parole assumono il significato di un'auto-esclusione dalla comunione con Gesù, il quale gli dice allora: Se non ti laverò, non avrai parte con me.
In questa frase categorica è riproposta, ma a parti invertite, la contrapposizione “tu... me” incontrata poc'anzi (Cfr. Gv 13,6)... e qui è il Cristo che vuole ridurre la distanza che la mentalità di Pietro pone nei Suoi confronti.
Gesù sta infatti trasformando un tradizionale rito di ingresso in casa, in un rito di costituzione del suo gruppo discepolare... e così ammonisce Pietro a non sottrarsi a quella lavanda dei piedi che sta per effettuare su di lui.
“Avere parte” con Gesù va qui inteso nel senso di usufruire dei doni da Lui promessi per il tempo successivo alla sua morte, cioè "la vita" (cfr. Gv 14,19), la partecipazione alla sua “gloria” (Cfr. Gv 17,22.24) e la presenza “dove egli è” (Cfr. Gv 14,3; 17,24).
Per beneficiare di questi doni, Pietro deve superare l'aspetto esteriore dell'atto di Gesù... che a lui appare come una inopportuna umiliazione del Maestro... e deve entrare nel suo significato più profondo:
Questa lavanda dei piedi simboleggia infatti il dono totale di Sè che Gesù fa in favore dell'umanità... e che tra poco si manifesterà nella passione e morte in croce dell' “agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29).
Sarà grazie a questo “passaggio” pasquale di Cristo che i suoi discepoli... e dunque anche Pietro... potranno entrare pienamente in comunione con Lui, accedendo così alla Vita eterna*.

Segue: Gv 13,9

* Vedi nel Glossario la voce "Vita eterna"