Gv 8.48

« Gli risposero i Giudei: "Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?".»

I Giudei, che Gesù ha appena trattato da “figli del diavolo” dicendo loro “non siete da Dio” (Gv 8,47)... replicano stizziti definendolo un Samaritano e un indemoniato.
Durante la lettura del 4° capitolo abbiamo constatato come i Samaritani fossero considerati impuri ed eretici ma, visto il contesto in cui ci troviamo, l'epiteto Samaritano... associato a indemoniato... si carica di ulteriori significati.
Gesù infatti ha appena detto di “essere senza peccato” e di “affermare la verità” (Gv 8,46) e queste sue parole, con le quali si attribuisce di fatto una dignità divina, fa sì che i suoi interlocutori Lo equiparino ad alcuni profeti che, in Samaria, avanzavano la stessa pretesa.
Inoltre, i Samaritani contestavano ai Giudei la legittimità della loro adorazione a Dio e... analogamente... Gesù ha appena finito di contestare loro che siano effettivamente discendenti spirituali di Abramo, visto che “non fanno le opere” (cfr.Gv 8,39)… ovvero non seguono il cammino di fede tracciato dal Patriarca.
Infine... il fatto che gli dicano non solo Samaritano, ma anche indemoniato, va inteso nel senso che loro imputavano a Gesù di essere come quei Samaritani che celebravano delle pratiche di magia, facendone dei “posseduti dal demonio”.

Segue: Gv 8,49