L'evangelista inizia a parlarci di Nicodèmo (un nome greco che venne adottato anche nella lingua aramaica) presentandolo come un fariseo che era anche uno dei capi dei Giudei, cioè un membro del Sinedrio, il consiglio supremo che gestiva l'autorità religiosa e giurisdizionale in Israele.
Come Gv preciserà tra poco, Nicodèmo è anche un "Maestro d'Israele” (Gv 3,10), cioè un componente del gruppo degli scribi e, in quanto tale, apparteneva dunque alla parte elitaria del Giudaismo.
Segue: Gv 3,2