« Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo.»
Queste parole di Gesù, "nessuno è mai salito al cielo", suonano come una smentita nei confronti di quegli esponenti delle tradizioni apocalittica e gnostica che affermavano di avere delle visioni grazie alle quali portavano sulla terra i “segreti” raccolti nei loro “viaggi” in cielo.
Gesù dice invece che l'unico che può salire al cielo è colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, ovvero Lui stesso il quale - come ci ha detto l'evangelista in precedenza (Gv 1,51) - è in costante collegamento con il cielo.
E' per questo che solo Lui può rivelare le cose del cielo (Gv 3,12) appena nominate a Nicodèmo.
Segue: Gv 3,14
P.S. - A differenza dell'idea sinottica del Figlio dell’uomo, che un giorno sarebbe venuto con potenza (nella “parusia”*), in questo Vangelo già la crocifissione di Gesù è intesa come una glorificazione* per cui, nell'impostazione teologica di Gv viene meno la necessità di una futura parusia quale futuro ingresso di Gesù nella gloria.
In questo senso, il titolo cristologico giovanneo Figlio dell’uomo* - che è riferito alla missione terrena di Gesù ed include i concetti di "ascensione" (Gv 6,62), di “esaltazione” (Gv 3,14; Gv 12,34) e di “glorificazione” (Gv 12,23; Gv 13,31) - assume una nuova pienezza di significato ed un'ulteriore importanza rispetto agli altri scritti del Nuovo Testamento.
* Vedi nel glossario i termini:
"Glorificazione"
"Parusia"
"Figlio dell'uomo"