« Doveva perciò attraversare la Samarìa.»
Per recarsi dalla Giudea alla Galilea, Gv scrive che Gesù doveva percorrere un tragitto che Lo avrebbe portato ad attraversare la Samarìa.
Il verbo "doveva" utilizzato dall'evangelista non va qui inteso in senso meramente topografico, cioè come l'ovvia scelta della via più breve che in circa tre giorni Gli avrebbe consentito di arrivare a destinazione... bensì in senso teologico, ovvero come un adempimento legato alla Sua missione divina.
A quel tempo molti infatti usavano evitare la pericolosa terra dei Samaritani preferendo percorrere la più sicura via che seguiva la valle del Giordano, per cui il fatto che Gesù "doveva (invece) attraversare la Samaria" va inteso nel senso che questo viaggio era conforme al disegno di Dio.
Segue: Gv 4,5
Riguardo al popolo dei Samaritani...
Per poter cogliere in profondità i significati di questo episodio che l'evangelista ci sta per raccontare, si rende utile anche una breve rivisitazione delle vicende storiche del popolo che abitava la Samaria.
Dopo che questa regione era stata invasa dalle armate assire di Sargon II nel 721 a.C., molti Samaritani furono deportati in Assiria e la loro terra venne occupata da un gran numero di coloni stranieri, con la conseguenza che gli abitanti della Samaria diventarono un popolo “misto”.
Pur se una parte di questa popolazione continuava ad adorare Yahvé, il Dio di Abramo Isacco e Giacobbe, la presenza in quella terra di forme di culto rivolte alle divinità portate dai coloni (2 Re 17,29-34) indignava i Giudei, che impedirono ai Samaritani di collaborare alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme (Esd 4,1-3) e, una volta completati i lavori, anche di accedervi.
Poiché nel corso dei secoli questa separazione dalla Giudea e dal culto di Gerusalemme si accentuò sempre di più, i Samaritani avevano progressivamente sviluppato una loro interpretazione della fede nel Dio dei Patriarchi, considerandosi loro stessi i veri discepoli di Mosè e ritenendo ispirati soltanto i primi 5 libri della Bibbia.
Sul monte Garizim i Samaritani eressero un Tempio nel quale offrivano il culto al Dio unico e, nonostante questo Tempio fosse stato distrutto dai Giudei nel 128 a.C., sulle sue rovine i Samaritani continuavano a praticare il loro culto.
Dal punto di vista dei Giudei, i Samaritani erano dunque degli "impuri", e nel corso dei secoli l'odio tra i due gruppi si era inasprito al punto tale che nessun Giudeo pio aveva dei contatti con i Samaritani.
Questo contesto di estrema conflittualità fa risaltare, per contrasto, il modo amichevole con cui Gesù va incontro alla donna samaritana.
Segue: Gv 4,5