« Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera;»
Così come ogni profeta di Israele era tenuto a dare prova che la sua missione proveniva da Dio, anche Gesù si trova a dover fornire una “legittimazione” delle Sue precedenti affermazioni, con le quali ha “testimoniato” la Sua missione di Figlio di Dio.
Nella società di quel tempo era generalizzato il principio secondo il quale la testimonianza che una persona rende a sé stessa non può essere valida, perché “di parte” e, per esempio, nella tradizione biblica un solo testimone non era ritenuto sufficiente per decretare una colpevolezza (Cfr. Dt 19,15).
Ecco allora che Gesù si rivolge ai Suoi interlocutori anticipando le loro obiezioni... ed affermando Lui per primo che se rendesse testimonianza a Sé stesso, questa Sua testimonianza non sarebbe vera.
Ovviamente, Lui non sta dicendo che in quel caso testimonierebbe il falso, quanto invece che la Sua testimonianza non sarebbe comunque vera (in greco “alēthēs”) nel senso di “valida”... “attendibile” per i Suoi ascoltatori.
Segue: Gv 5,32
Risposte diverse...
Ad una lettura “di superficie” il contenuto di questo versetto può sembrare contraddittorio se confrontato con quanto Gesù affermerà nel prosieguo di questo Vangelo: “Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera” (Gv 8,14).
In realtà... queste Sue contrastanti affermazioni si spiegano con i due contesti tra loro diversi:
Mentre nel brano narrato dell'8° capitolo (Gv 8,13-30) vedremo Gesù reispondere in modo risoluto a degli interlocutori presuntuosi che devono essere “rimessi in riga”... qui Lui rinuncia volutamente a darsi testimonianza da Sé, per andare incontro al punto di vista delle persone che Lo stanno ascoltando, al fine di metterle nella condizione di poterGli credere.
Nella sezione del Vangelo in cui ci troviamo, Gesù sta infatti replicando alle accuse dei Giudei che gli imputano di “farsi uguale a Dio” (cfr. Gv 5,18), e dunque ciò che Lui sta dicendo va compreso nell'ambito della Sua volontà di spiegare che “il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non cio' che vede fare dal Padre” (Gv 5,19).
Segue: Gv 5,32