Dopo l' “inserto” costituito dall'episodio dell'adultera, stiamo adesso per affrontare la parte restante di questo 8° capitolo, che può essere letta come una sorta di parallelo del Prologo, perché in vari passaggi riconosceremo il Verbo divino (cfr. Gv 1,1-2) esprimersi in Gesù.
L'intera sezione è praticamente racchiusa, come tra due parentesi (cfr.Gv 8,12.58), dalla celebre espressione Egō eimi*... e può inoltre essere divisa in due parti:
Nella prima parte (Gv 8,12-30) Gesù si proclama “luce del mondo” in conseguenza della sua unione con il Padre... mentre la seconda parte (Gv 8,31-59) è incentrata sulla figura di Abramo, il Patriarca di cui gli interlocutori di Gesù si dichiarano verbalmente “discendenti” (Gv 8,33) ma... come vedremo... il fatto che rifiutino la verità di Cristo fa sì che Lui li definisca invece “figli del diavolo” (cfr.Gv 8,44).
L'intero brano non si svolge come un discorso, bensì come un dialogo nel quale le parole di Gesù incontrano una continua opposizione da parte dei suoi interlocutori, che giungono anche ad attaccarLo personalmente... fino a tentare di lapidarLo.
Segue: Gv 8,12
*Vedi la voce "Io sono" nel Glossario