Gv 8,12

« Di nuovo Gesù parlò loro e disse: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".»

Il “Di nuovo” con cui si apre questo brano, va inteso in continuità con l'insegnamento dato da Gesù nell'ultimo giorno della Festa delle Capanne (cfr.Gv 7,37-53)... mentre si trova all'interno del Tempio.
Gv scrive che “Gesù parlò loro” dicendo “Io sono* la luce del mondo”... e con ciò Lui annuncia ai Farisei che Lo stanno ascoltando, che il suo piano divino non è circoscritto al solo Israele. In questo modo, le sue parole richiamano l'idea universale di salvezza che Isaia aveva riferito al "Servo di Jahvé” definendolo anche “luce delle nazioni” (Is 42,65; 49,6) o “luce dei popoli” (Is 51,4).
Durante l'ultimo giorno della Festa delle Capanne, tradizionalmente si svolgevano due processioni: una nella quale l'acqua prelevata dalla fontana di Siloe veniva portata al tempio... e poi un'altra con delle fiaccole la cui luce rappresentava la piena “luminosità” attesa da Israele in concomitanza con  la venuta del Messia.
Pertanto... le parole qui pronunciate da Gesù possono essere colte “in parallelo” con queste due celebrazioni religiose: dopo essersi infatti proclamato “fontana” di acqua viva (cfr.Gv 7,37-38), Lui adesso si definisce luce del mondo replicando, oltretutto, anche la successione acqua-luce già cantata dal salmista (cfr.sal 36,10).
Inoltre, nei pensieri di quanti Lo stavano ascoltando potevano senz'altro richeggiare anche le parole del profeta: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (Is 9,1).
Al di là di questi e altri riferimenti riscontrabili nelle Scritture di Israele, va peraltro osservato come... in questo Vangelo... il tema della luce sia già comparso fin dal  prologo (cfr.Gv 1,4-5).
In questo caso, però, le parole di Gesù fanno capire che non si tratta più “soltanto” di accogliere la “luce” del “Logos ásarkos”, cioè del Verbo presente in questa dimensione dello spazio e del tempo sin dalla nascita dell'universo manifestato... né si tratta più “soltanto” di accogliere la “luce” del “Logos énsarkos”, cioè del Verbo incarnato in Gesù... ma si tratta proprio di decidersi a seguirLo.
Adesso Lui dice infatti... “Chi segue me, non camminerà nelle tenebre”... e con ciò introduce chiaramente il concetto che è necessario seguire Lui mediante una fede che implichi anche un coinvolgimento esistenziale... per avere “la luce della vita”  (Cfr. Gv 3,16s, Gv 6,51.58; Gv 8,51s.; Gv 10,28; Gv 11,26)*.
Quanti non seguono la luce costituita da Gesù e dalla rivelazione salvifica da Lui portata, rimangono nelle tenebre non solo in un senso etico... bensì proprio in un senso di “morte” interiore che coglie chi, decidendo di restare lontano da Dio, si consegna da solo ad un destino mortale (cfr.Gv 5,24).

Segue: Gv 8,13

* Vedi nel Glossario le voci:
Vita
Vita eterna

“Io sono la luce del mondo”

Durante il giorno conclusivo della Festa delle Capanne, un gran numero di stoppini venivano accesi nei grandi candelieri posizionati nell'area del Tempio... e delle torce fiammeggianti venivano poste sulle sue mura... per cui una enorme luce si irradiava dal Luogo Sacro ed era visibile nell'intera città, ricordando così agli abitanti di Gerusalemme la presenza “luminosa” di Dio.
Nei loro pensieri risuonavano poi anche le parole dei profeti... come per esempio quelle di Zaccaria, che attendeva con impazienza una Festa delle Capanne perfetta, dove la presenza di Dio avrebbe brillato con una tale forza da trionfare su ogni oscurità: “Sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso sera risplenderà la luce” (Za 14,7).
Già abbiamo visto (cfr.lettura di Gv 7,2) che questa festa commemorava gli anni di pellegrinaggio nel deserto, e dunque la luce che si irradiava dai candelieri ricordava al popolo la colonna di fuoco, simbolo della presenza di Dio che li guidava verso la Terra promessa (cfr. Es 13,21).
In vari passaggi veterotestamentari (Cfr.Sap 18,4; Sal 18,28; Sal 119,105.130) la luce era poi stata usata come simbolo della Legge mosaica, mediante la quale Dio guidava il suo popolo.
E' proprio tenendo conto di questa visione tradizionale, che è possibile comprendere le parole di Gesù... “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12)... con le quali Lui applica a Sé stesso il simbolo della luce che l'Antico Testamento attribuiva a Dio e alla Legge mosaica: 
Mentre prima erano le luci del Tempio che, durante la Festa delle Capanne, segnalavano la presenza di Dio... adesso Gesù, al culmine della festa, afferma di essere Lui la luce, facendo dunque capire che da ora in avanti Lui sarà il “Tempio” (cfr.Gv 2,19-21) da cui si irradia la Luce della presenza di Dio tra gli uomini.
Inoltre... è sempre il contesto della Festa delle Capanne a far capire che... mentre la colonna di fuoco nel deserto rappresentava Dio che guidava il suo popolo verso la Terra promessa... ora Gesù, in quanto inviato di Dio, si mostra all'umanità per essere Lui a guidarla verso la Terra promessa della vita eterna*.
In funzione di questa prospettiva va letta anche l'espressione “Chi segue me, non camminerà nelle tenebre”:
Queste parole rinviano ad una tradizionale immagine che per esempio compare nel linguaggio di alcuni salmi, ovvero l'esistenza umana intesa quale un viaggio nella notte.
Ebbene... poiché in questa situazione il viaggiatore ha bisogno di luce nella forma di una lampada che gli permetta di trovare il cammino, ed ha bisogno anche di un faro in lontananza che gli consenta di individuare la sua destinazione... Gesù svolge queste due funzioni per tutti coloro che credono in Lui:
Il Cristo è infatti la luce che guida anche il più piccolo dei loro passi durante il viaggio della loro esistenza terrena... e poi è la luce che segna la Meta del loro viaggio terreno, indirizzato verso l'unione eterna con il Padre.
Ma poi... ancora di più... Lui è anche la stessa Meta-luce, in quanto Figlio dell'uomo che è uno con Dio.
Infine, il fatto che seguire Gesù sia espresso come un camminare nella luce, è un richiamo al concetto tipicamente giovanneo noto come escatologia attuale*, perché camminare nella luce vuol dire essere in quella vita eterna* che non è più posticipata al futuro, ma è usufruibile già qui, nel presente... quale vita in unione con Dio per chiunque accetti il Cristo come la luce del mondo.
Il concetto di luce è pertanto uno dei temi più caratteristici di Gv, visto che in nessun altro testo biblico questo termine viene usato con una forza paragonabile a quella attribuitagli dal Quarto evangelista.
Pur se Gv utilizza il termine luce in accezioni diverse... riferendolo a volte a Dio, a volte a Cristo e altre volte agli uomini... la sua visione d'insieme è che il Padre è la Sorgente della Luce... Gesù viene dal Padre ed è la Luce degli uomini... e questi ultimi, mediante Cristo, vivono anch'essi nella Luce.
Tra questi significati, prevale in Gv quello di “Cristo-Luce” quale rivelazione di Dio.


Segue: Gv 8,13


* Vedi nel Glossario le voci:
Escatologia attuale
Vita eterna