« "In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. »
Dopo aver denunciato la “cecità” spirituale dei farisei (Cfr.Gv 9,39) , Gesù continua adesso il suo discorso con una metafora pastorale che, sia pur non esplicitamente, li chiama ancora in causa.
Infatti, anche loro possono essere ricondotti al “profilo” del ladro e del brigante individuato da Gesù in colui che entra nel recinto della pecore senza passare dalla porta... attraverso la quale passa invece il legittimo pastore (Cfr.Gv 10,3).
Questa doppia dicitura… ovvero il ladro, per indicare colui che di nascosto depreda… ed il brigante, per indicare colui che prende ciò che gli serve, usando palesemente la violenza… allude al comportamento di quelle guide religiose che hanno sfruttato il “gregge” di Dio per i loro meschini scopi… rivelandosi così dei falsi pastori.
Segue: Gv 10,2-3
P.S. - In questo Vangelo, questi due termini spregiativi sono usati anche per Giuda (Gv 12,6), definito “ladro” (in greco kleptês)... e per Barabba (Gv 18,40), definito “brigante” (in greco lêstês).