« perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia:
“Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?”»
Richiamando un passaggio del profeta Isaia [eccezionalmente citato per ben tre volte (Cfr.Gv 12,38.39.41) in questo brano], l'evangelista “legge” l'incredulità di cui Gesù è fatto oggetto riconducendola al compimento della parola profetica (Cfr. Is 53,1).
Segue: Gv 12,39-40