« Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Capite quello che ho fatto per voi?»
Dicendo che Gesù riprese le sue vesti, l'evangelista qui è come se "chiudesse il cerchio” che aveva aperto scrivendo “depose le vesti” (Gv 13,4) e... significativamente... i due verbi utilizzati [títhēmi (deporre) e lambánō (riprendere)] sono gli stessi già impiegati in un precedente passaggio che dunque viene simbolicamente richiamato: “io do (in greco tithēmi) la mia vita, per poi riprenderla di nuovo” (Gv 10,17)...
In questo brano, nel quale l'evangelista descrive minuziosamente ogni momento, c'è un particolare che non va trascurato: Gesù ha ripreso le sue vesti... ma non vi è cenno al fatto che Lui abbia deposto l' “asciugamano” che si era messo attorno alla vita (Gv 13,4).
Esso rimane infatti su di Lui come fosse il "paramento sacro" che contraddistingue il potere autentico del divino Amore, che si manifesta nella semplicità del servizio reso ai discepoli… e non soltanto a loro.
L'Amore di Cristo si dona infatti ad ogni essere umano, compresi quegli "ultimi" di cui parlava anche il profeta Isaia, quando scriveva: "Io, il Signore, sono il primo e io stesso sono con gli ultimi" (Is 41,4).
Rivolgendosi adesso al gruppo dei discepoli, Gesù chiede “Capite quello che ho fatto per voi?”… e così pone loro una domanda che è in realtà una esortazione a trarre le conseguenze di ciò che hanno visto.
Segue: Gv 13,13-14