« Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.»
Gesù dice adesso ai discepoli che è a causa del suo nome che loro saranno odiati e perseguitati.
L'espressione “a causa del mio nome” va qui intesa nel senso che i suoi discepoli saranno osteggiati da quanti non riconosceranno in Gesù l'Inviato di Dio, e quindi disconosceranno anche la verità della Parola della quale i suoi discepoli si faranno strumento.
Questa ostilità sarà manifestata da coloro che – dice Gesù - “non conoscono colui che mi ha mandato”. Queste persone non si renderanno conto che il Padre ha detto al Figlio “di che cosa parlare e cosa deve dire” (Cfr. Gv 12,49), e quindi neanche comprenderanno che il Figlio ha adempiuto fedelmente a questo mandato.
Segue: Gv 15,22
P.S. - Il concetto che il rifiuto della Parola divina significa il rifiuto di Dio stesso, è già presente nella tradizione di Israele. Per esempio, nel libro di Ezechiele si può leggere un passaggio nel quale il Signore dice al profeta: “Figlio dell'uomo, va', rècati alla casa d'Israele e riferisci loro le mie parole” (Ez 3,4)… e poi aggiunge: ”ma la casa d'Israele non vuole ascoltare te, perché non vuole ascoltare me” (Ez 3,7).