« Ricordatevi della parola che io vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.»
Già in precedenza, nell'episodio della lavanda dei piedi, Gesù aveva nominato ai suoi discepoli la massima proverbiale “Un servo non è più grande del suo padrone” (Gv 13,16)... per esortarli al servizio d'amore nei confronti del prossimo sull'esempio che Lui stesso, in quanto Maestro, stava dando a loro.
Adesso Gesù richiama questa stessa massima per dire ai discepoli: Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.
In questo modo, Lui mette in evidenza il fatto che anch'essi si troveranno a dover far fronte all'ostilità “del mondo” (Cfr. Gv 15,19) e così saranno chiamati a seguire, anche in questo senso, l'esempio del loro Maestro: all'astio ingiustificato dei contemporanei nei confronti di Gesù... corrisponderà infatti l'odio “del mondo” verso i suoi futuri discepoli.
Questa “corrispondenza” si realizzerà anche in positivo perché, attraverso i discepoli, la parola di Cristo potrà essere ascoltata in futuro da molti, i quali così osserveranno la parola divina e, a loro volta, questi nuovi credenti si troveranno anch'essi a dover fronteggiare l'ulteriore reazione del “mondo”.
Infatti, viene qui messo in evidenza il parallelismo tra queste due azioni... “essere perseguitati” e “osservare la parola”... e la seconda (l'osservanza) è presentata come causa scatenante della prima (la persecuzione).
Segue: Gv 15,21