« Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne; »
La scena qui descritta si svolge verso l'inizio dell'autunno, in quel periodo dell'anno (settembre-ottobre) in cui veniva celebrata la Festa “delle Capanne”.
Come già era accaduto in una precedente occasione (cfr. Gv 2,13), l'evangelista palesa il suo cristiano distacco dai contenuti religiosi di questa tradizionale celebrazione ebraica, definendola la festa dei Giudei.
Segue: Gv 7,3
La Festa delle Capanne
Considerando come gli avvenimenti narrati in questo e nel prossimo capitolo avvengano nell'ambito temporale della Festa delle Capanne (detta anche “delle Tende”, o “dei Tabernacoli”)... è qui utile dare un rapido sguardo a questa festa giudaica di origine agricola alle cui caratteristiche... come per esempio quella di essere chiamata anche “festa dell'acqua” o “festa della luce”... si riferiscono alcune significative espressioni di Gesù (cfr. Gv 7,37; 8,12).
La Festa delle Capanne era una delle quattro grandi feste annuali, ed in origine essa consisteva in una festa di ringraziamento per i raccolti di uva, frutta ed olive.
Essendo celebrata alla fine della stagione secca (settembre-ottobre), questa festa diventava in modo del tutto naturale anche un'occasione per celebrare delle preghiere di invocazione delle piogge per i raccolti dell'anno seguente.
La sua denominazione derivava dal fatto che il popolo si costruiva dei ripari di rami e di foglie nei quali trascorrere i giorni festivi, ad imitazione dei ripari di fortuna che i contadini si costruivano nelle loro coltivazioni durante la raccolta.
Nel corso dei secoli... a questi originari significati se ne aggiunsero però di ulteriori:
La precarietà dei ripari nei quali il popolo viveva durante i giorni caldi e secchi della festa doveva ricordare le condizioni sperimentate dagli antenati all'epoca dell'Esodo dalla schiavitù d'Egitto quando... mentre vagavano nel deserto abitando nelle capanne (Lv 23,42-43)... Dio li aveva guidati... nutriti con la manna e con le quaglie... dissetati con l'acqua sgorgata dalla roccia battuta da Mosè...
La festa era anche diventata una maniera di onorare il Tempio perché Salomone, proprio durante la Festa delle Capanne (cfr. 1R 8,2), aveva consacrato il primo Tempio.
Questa festa, come la Pasqua e la Pentecoste, non era peraltro una mera celebrazione del passato...
Nel tempo in cui la terra di Israele era occupata da una potenza straniera, le grandi feste di pellegrinaggio... che attiravano dei Giudei povenienti anche da altre regioni dell'area mediterranea... diventavano un'occasione per rinfocolare le speranze e le attese popolari rivolte ad una figura messianica che si contrapponesse all'oppressore.
Poiché ci si attendeva che il Messia si sarebbe fatto conoscere in una di queste grandi ricorrenze religiose... durante la Festa delle capanne si moltiplicavano le discussioni sul Messia, riguardo a chi avrebbe potuto essere... e da dove sarebbe venuto (7,27,40-44).
Nell'ultimo giorno della festa si svolgeva poi una celebrazione religiosa durante la quale dell'acqua era attinta dalla piscina di Siloe per essere poi versata nel Tempio, sull'altare dei sacrifici.
Nella conseguente preghiera veniva evocato il simbolo della sorgente che nei tempi messianici avrebbe spiritualmente rinnovato il popolo di Israele, e venivano lette su questo tema le parole dei profeti (Per es. Ez.47,1-12; Is 12,3).
Poichè all'epoca di Gesù si celebrava anche un rito della luce, è in questo contesto che è necessario “leggere” le parole con le quali Lui invita a bere della sua acqua (cfr. Gv 7,37)... e proclama di essere “luce del mondo” (cfr. Gv 8,12).
Segue: Gv 7,3