« Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".»
Ai Farisei increduli che gli chiedono “Dov'è tuo padre?”... perché loro evidentemente non vedono né sentono questo testimone a cui Gesù ha fatto riferimento... Lui risponde con un concetto che i lettori di questo Vangelo conoscono sin da quando, nel Prologo, Gv ha scritto: “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18).
Adesso, Gesù dice ai suoi interlocutori Farisei: “Voi non conoscete né me né il Padre mio” e poi, per motivare questa sua perentoria affermazione, aggiunge “se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”.
La loro impossibilità di “vedere” ed “ascoltare” il divino testimone citato da Gesù, deriva infatti dalla loro incredulità nei confronti di Gesù stesso:
Se non si ha fede nell'Inviato, non si può conseguentemente credere neanche in Colui che Lo ha inviato, cioè il Padre.
Questa profonda unione tra Padre e Figlio... che Gesù esprime in parole, opere e testimonianza... fa sì che quanti conoscono Lui conoscano anche il Padre (cfr.14,9).
Segue: Gv 8,20