« Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto* (di nuovo), non può vedere il regno di Dio".»
Il duplice ed autorevole "in verità" (che Gv scrive “Amēn, amēn”) con il quale Gesù introduce ciò che sta per dire, è un linguaggio solenne che in effetti si confà ad un “Rabbì”... così come Nicodèmo L'ha appena chiamato (Gv 3,2).
La sua risposta non corrisponde peraltro a quanto il nobile giudeo Gli ha chiesto:
Anziché parlare di Sé stesso, Gesù infatti parla di come può avvenire l'ingresso nel regno di Dio.
Ciò accade perché Gesù evidentemente ha letto nell'intimo di quell'uomo, ed è per questo motivo che Lui va direttamente “al sodo” rispondendo al reale interrogativo che Nicodèmo custodiva dentro di sé... che era poi lo stesso interrogativo di qualsiasi altro buon giudeo dedito allo studio della Scrittura, ovvero capire quale fosse il modo di conseguire la salvezza.
E' questo il motivo per cui Gesù gli parla della nascita di nuovo* quale modo per vedere il regno di Dio, cioè per entrare in quella “vita eterna”** che nel messaggio giovanneo è accessibile già durante l'esistenza terrena (secondo il concetto teologico noto come “escatologia attuale”***)...
e che ha il significato di una qualità di esistenza vissuta in
comunione con il Cristo e, conseguentemente, anche con il Padre (cf. Gv 17,21).
Segue : Gv 3,4
* Riguardo al termine greco "anōthen"...
L'espressione qui tradotta "se uno non nasce dall'alto", va osservata con attenzione, perché la lettura del testo greco di Gv rende possibile anche un'altra traduzione: (mē) se (tis gennēthē) uno non è generato (anōthen) di nuovo*.
La bivalenza di quest'ultimo termine greco, anōthen, che può significare "dall'alto" ma anche "di nuovo", ha causato un problema interpretativo che ha diviso gli esegeti... perché invece in aramaico, la lingua parlata da Gesù, non esiste un vocabolo che abbia anch'esso questa doppia accezione.
Tra gli studiosi che oggi propendendo per la traduzione "di nuovo", ci sono per esempio anche i redattori della Bible de Jérusalem (ed.1998) e... storicamente... di nuovo è stato il significato adottato tra gli altri da figure di primo piano quali Giustino, Clemente Alessandrino, Tertulliano, Agostino, Girolamo.
In ogni caso... di nuovo è il senso che Nicodèmo attesta di aver compreso dalla viva voce di Gesù (cfr. lettura di Gv 3,4).
Per continuare l'approfondimento di questo argomento, vedi : Nota esegetica su Gv 3,3-4
Per continuare la lettura del testo del Vangelo, Vedi: Gv 3,4
Vedi nel glossario:
** "Vita eterna"
*** "Escatologia attuale"
Nota: L'espressione "regno di Dio" è utilizzata da Gv unicamente in questo brano (Gv 3,3.5), a differenza dei Sinottici dove è usata molto frequentemente.
Pista di approfondimento (nel mio blog "Diario di un monaco"):
L'aldilà nell'aldiquà