« Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: "In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà".»
Comincia adesso la scena al termine della quale Giuda lascerà la comunità dei discepoli, adottando quindi un comportamento che esemplificherà il rifiuto di cui è oggetto il Verbo divino... un rifiuto il cui annuncio è già contenuto nel Prologo (Cfr. Gv 1,11).
Come aveva fatto due volte in precedenza (Cfr. Gv 11,33; 12,27), Gv qui utilizza ancora il verbo greco tarassein quando scrive che Gesù è profondamente turbato (tarássō).
In questo modo, l'evangelista Gli attribusce dunque uno stato d'animo apparentemente contrastante con la padronanza della situazione che Gesù ha appena manifestato (Cfr. Gv 13,11.18.19) grazie a quella sua divina prescienza che adesso Gli permette anche di dire “uno di voi mi tradirà”.
Di fatto... questo “turbamento” di cui parla Gv riveste qui una funzione di “avvicinamento” tra la regalità del Gesù giovanneo... e la marcata umanità del Gesù sinottico*.
Segue: Gv 13,22-23
*Vedi la voce "Vero uomo e vero Dio" nella pagina "Sentiero panoramico"