Anche solo leggendo una nota di commento a questo brano (Gv 5,19-47) scritta dai redattori della Bibbia di Gerusalemme... “i testi sul “giudizio” appartengono a strati redazionali diversi: giudizio escatologico, nell'ultimo giorno (cf. 5,27-29), e giudizio più realizzato” (Bibbia di Gerusalemme, Edizioni Dehoniane 2011, pag.2530)... ci si trova di fronte ad un importante tema di discussione suscitato da questo Vangelo che, in alcune sue parti, ha subito dei tentativi di “armonizzazione” con la tradizione sinottica.
Questo è il caso... per l'appunto... dei versetti Gv 5,27-29, che appaiono essere un vero e proprio “innesto”, come osservano infatti gli stessi autori della Bibbia di Gerusalemme: “i vv 27-29, dell'ultimo redattore (...), reinterpretano i vv 24-25 in funzione di Dn 12,2, luogo classico che afferma la risurrezione dei morti alla fine dei tempi”.
Dopo aver letto il versetto 27, e prima di leggere i versetti 28-29, bisogna dunque tenere conto che si tratta di una “reinterpretazione” a posteriori, che non deve far perdere di vista come l'originario messaggio dell'evangelista sia invece riconducibile al concetto teologico tipicamente giovanneo definito dagli studiosi “Escatologia attuale”*.
Per "rinfrescarci" le idee al riguardo, basta aprire un comunissimo Dizionario religioso e leggere, per fare soltanto un altro esempio tra i tanti, quanto scrive al riguardo il teologo E. Cothenet: “Rispetto all'escatologia primitiva, Giovanni opera un rovesciamento: è adesso l'ora del giudizio (3,19; 12,31), a seconda che si opti o meno per la parola di vita. Il giudizio finale e la risurrezione appaiono quindi in secondo piano (5,28s; 6,40)” (Grande Dizionario delle Religioni, Cittadella editrice/Ed.Piemme 1990, pag.819).
Una chiara dimostrazione della “svalutazione”, da parte del Gesù giovanneo, dei tradizionali concetti di “giudizio finale” e di “resurrezione dei morti alla fine dei tempi”, la troveremo in un celebre episodio che incontreremo nel prosieguo di questo Vangelo:
Quando a Marta, piangente per la morte del fratello Lazzaro, Gesù dice “tuo fratello risorgerà” (Gv 11,23), lei risponde “So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno” (Gv 11,24), ma Gesù la corregge dicendole invece “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25).
Poi, recandosi al sepolcro e invitando Lazzaro ad alzarsi e a camminare, Gesù dà il “segno” che questa risurrezione alla vita può avvenire già nel presente, e non in una lontana “fine dei tempi”.
Grazie a Lui è infatti “adesso” l'ora del giudizio**, che si esprime in funzione del fatto che gli esseri umani accolgano, oppure no, la Sua Parola di vita e il Suo esempio di Amore in azione.
E' in conseguenza di questa scelta che quanti “credono nel Figlio”... “hanno la vita eterna”*** (Cfr.Gv 3,16).
Segue: Gv 5,28-29 (Lettura del Vangelo)
Vedi nel glossario le voci:
* "Escatologia attuale"
** "Giudizio"
*** "Vita eterna"