« Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? »
A questo punto, Gesù si rivolge ai suoi interlocutori Giudei dicendo: Chi di voi può dimostrare che ho peccato?
A prima vista... questa sua domanda potrebbe essere intesa come se Lui stesse qui ribadendo ciò che aveva affermato in precedenza... quando aveva parlato di Sé stesso dicendo che l'Inviato di Dio “è veritiero e in lui non c'è ingiustizia” (Gv 7,18)... e così si era riferito al fatto che in Lui non c'è il “peccato” inteso in un senso morale.
Invece... questa sua domanda va qui intesa anzitutto in un senso sostanziale, cioè relativamente alla missione divina che Lui, in quanto Inviato di Dio, è chiamato a compiere sulla terra.
Detto in altri termini, è come se Lui adesso stesse chiedendo: “chi può dimostrare che non ho mantenuto fede alla missione che Dio mi ha affidato?”.
Nessuno può in realtà contestarGli nulla, perché Lui “fa sempre le cose che sono gradite al Padre” (cfr. Gv 8,29) e, come vedremo in seguito, continuerà a farlo anche quando ciò Gli comporterà il sacrificio della vita terrena (cfr. Gv 10,18; Gv 14,31).
La sua seconda domanda... “Se dico la verità, perché non mi credete?”... trova la sua risposta nel versetto successivo.
Segue: Gv 8,47