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La moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15)

Questo celebre miracolo... la cui caratteristica di essere presente in tutti e quattro i Vangeli (Cfr. Mt 14,13-21 e 15,32-39; Mc 6,30-44 e 8,1-10; Lc 9,10-17) è condivisa soltanto dalla Resurrezione di Gesù...  ha un suo “antefatto” nell'episodio veterotestamentario in cui “l'uomo di Dio” Eliseo disse al suo servitore di distribuire “venti pani d'orzo e grano novello” a “cento persone”.
Di fronte alla perplessità del servitore, che pensava che quei pani non sarebbero bastati, Eliseo replicò: « Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”, così come in effetti accadde ». (Cfr.2Re 4,42-44).

Gv 6,1

« Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade »

Con queste parole l'evangelista ci porta a cambiare completamente scenario:
Dopo questi fatti svoltisi a Gerusalemme (Cfr.cap. 5)... che a loro volta erano seguiti all'episodio avvenuto in Samaria (Cfr.cap. 4)... adesso Gv ci racconta ciò che Gesù fa in Galilea... senza minimamente accennare a come Lui vi sia arrivato.

Gv 6,2

« e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi.»

In questo scenario che ci sta descrivendo sulla riva del “mare di Galilea”, l'evangelista parla adesso di una grande folla che si era posta al seguito di Gesù, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi.

Gv 6,3

« Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.»

Continuando nell'iniziale contestualizzazione di questo episodio, Gv ci dice adesso che Gesù salì sul monte, senza peraltro indicare di quale monte si tratti.
Nella tradizione sinottica il “monte” è nominato con frequenza, e con svariati significati teologici... basti pensare per esempio al “monte delle Beatitudini” (Mt 5,1; 8,1), al “monte in cui Gesù sceglie i discepoli” (Lc 6,12; Mc 3,13), o al “monte della trasfigurazione” (Mc 9,2; Mt 17,1; Lc 9,28).

Gv 6,4

« Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.»

Questa Pasqua, che non è nominata dai Sinottici, si distingue dalle altre narrate in questo Vangelo (Gv 2,13; Gv 11,55) per il fatto che non coincide con una salita di Gesù a Gerusalemme... e ciò determina una  “anomalia” che si presta ad essere letta in senso teologico:

Gv 6,5-6

« Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere.»


Iniziando con un Allora che mette in diretta relazione ciò che sta per accadere con l'approssimarsi della Pasqua (Cfr. 6,4), Gv annota: Gesù, alzàti gli occhi.
Se Lui avesse alzato gli occhi “verso il cielo”, si sarebbe trattato del tradizionale gesto introduttivo di una preghiera rivolta a Dio (Cfr. Gv 11,41; Gv 17,1).

Gv 6,7

« Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".»

Non accorgendosi che Gesù sta mettendo alla prova la sua fede, Filippo dà una risposta “naturale”, nel senso che Duecento denari... cioè duecento volte la paga che un operaio agricolo riceveva per un giorno di lavoro (cfr. Mt 20,2)... non potevano bastare per sfamare “circa cinquemila uomini” (cfr. Gv 6,10).
Anzi... Filippo dice che non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo (di pane)...  e queste sue parole, dettate dal realismo, non fanno che mettere in risalto la grandezza del miracolo che sta per compiersi.

Gv 6,8-9

« Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".»


Differenziandosi dalla narrazione sinottica di questo stesso episodio, Gv nomina Andrea, fratello di Simon Pietro, il quale dà a Gesù la notizia che C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci... lasciando trasparire un collegamento con i “pani d’orzo” che erano presenti anche nella veterotestamentaria moltiplicazione dei pani operata dal profeta Eliseo (2Re 4,42-44) a beneficio di cento persone di Gàlgala affamate dalla carestia.

Gv 6,10

« Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.»

Annotando che c'era molta erba in quel luogo, l'evangelista richiama l'atmosfera salvifica della Pasqua, celebrata nel periodo dell'anno corrispondente alla più abbondante presenza dell'erba nella terra d'Israele.
In trasparenza, si può intravvedere un'allusione alle parole con le quali il salmista si riferisce al “Buon pastore” messianico che “su pascoli erbosi mi fa riposare” (Sal.23,2; cfr. Sal.72,16)... anche perché Gesù dà indicazione ai discepoli di "far sedere"... i circa cinquemila uomini che si trovavano là.

Gv 6,11

« Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanti ne volevano.»

L'evangelista ci conduce adesso in un momento dal sapore eucaristico, visto che  ci parla di Gesù (che) prese i pani e li distribuì alla folla “dopo aver reso grazie”, una frase che in greco l'evangelista scrive “kai eucharistēsas.
Rispetto alle versioni sinottiche*...  in questa narrazione di Gv si riscontrano alcune importanti differenze:
Oltre al fatto che Gesù compie il miracolo senza invocare l'intervento del Padre... non compare qui neanche quel gesto di “spezzare il pane” che invece sarà una caratteristica imprescindibile della liturgia eucaristica della successiva tradizione cristiana.

Gv 6,12-13

« E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".
Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.»


Dopo aver soltanto accennato al fatto che tutti furono saziati, l'evangelista porta subito la nostra attenzione sull'invito che Gesù rivolge ai discepoli Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto.

Gv 6,14

« Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: "Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!".»

Diversamente da quanto accade per gli altri miracoli raccontati in questo Vangelo, qui Gv narra la reazione entusiastica della folla, che acclama Gesù dicendo Questi è davvero il profeta.

Gv 6,15

« Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.»

Pur acclamante, la folla non ha colto il reale significato del segno della moltiplicazione dei pani operato da Gesù... e vorrebbe farlo re in un senso politico, come se Lui fosse il tanto atteso liberatore della nazione.