« Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla.
Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!", e non lo conoscete.
Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore.
Ma io lo conosco e osservo la sua parola.»
Gesù non risponde direttamente ai Giudei, che Gli hanno posto delle domande provocatorie volte a contestarGli il suo farsi uguale a Dio... e dice loro: Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla.
D'altronde, già in precedenza aveva detto “io non cerco la mia gloria” (cfr. Gv 8,49) per sottolineare la sua sostanziale differenza da quanti, nel mondo, si auto-glorificano... attestando così la grandezza del proprio “io” e, contemporaneamente, la loro distanza da Dio.
Invece... per quanto riguarda Gesù... è il Padre che Lo glorifica, sia facendoGli compiere nel mondo delle opere che irradiano la gloria divina, sia al momento della sua esaltazione sulla croce (Gv 13,31s; cfr.12,28), quando la sua glorificazione* si completa nella sua pienezza.
Ecco allora che dicendo ai suoi interlocutori “chi mi glorifica è il Padre mio”, Gesù denuncia l'infondatezza delle accuse che Gli sono state rivolte... cioè di avanzare una pretesa che usurpa la realtà di Dio.
Lui dimostrerebbe di essere “un indemoniato” (Gv 8,53) solo se cercasse di onorarsi da solo (Cfr.Gv. 8,50)... ed invece... a glorificarLo è quel Padre che Lo ha inviato (Cfr.Gv 7,28) e che Gli rende testimonianza (Cfr.Gv 8,18).
Quando i Giudei affermano “È nostro Dio!”, lo dicono in modo falso, perché... non avendo riconosciuto il suo Inviato... dimostrano di non essere in comunione con Lui, tant'è vero che Gesù dice loro “e non lo conoscete”.
Poi, la sua successiva affermazione raggiunge il punto focale nella frase “e osservo la sua parola”.
E' questa sua obbedienza alla parola del Padre a smentire l'accusa di farsi uguale a Dio che era implicita nella domanda “chi credi di essere?” (Gv 8,53) … ed è sempre questa sua piena osservanza della parola del Padre che, a sua volta, gli dà modo di promettere che chiunque osservi la sua parola “non vedrà la morte in eterno” (Gv 8,51).
Segue: Gv 8,56
*Vedi nel Glossario la voce "Glorificazione"