Gv 1,23

« Rispose: "Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete dritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia".»

Questa celebre risposta del Battista, così tradotta da molte edizioni bibliche, va innanzitutto “depurata” del vocabolo “sono”, perché  l'evangelista nell'originale greco ha scritto semplicemente “Egō phōnē”... cioè "Io voce".
Così, osservano gli esegeti, la traduzione più esatta delle parole di Giovanni diventa "Io voce di uno che grida dal deserto"...  e questa differenza è importante, perché fa emergere la volontà di Giovanni di annullare se stesso come persona, per collegarsi invece al passato di Israele... identificandosi totalmente con la voce della profezia annunciatrice della liberazione dalla schiavitù babilonese (Is.40,3).
Significativamente... tra le antiche parole profetiche di nuovo pronunciate da Giovanni Battista manca una delle frasi scritte da Isaia: “preparate la strada al Signore”, e questa “assenza” è dovuta al fatto che il Battista non può nutrire l'aspettativa che le autorità religiose giudaiche preparino alcunché... dal momento che, al contrario, sono proprio loro che ostacolano la missione del Signore.
Invece, nelle sue parole si conserva il mònito profetico "rendete diritta la via del Signore"... che è precisamente rivolto proprio a loro, cioè alle autorità religiose di Israele, affinché rimedino alle “distorsioni” che loro stesse stanno ponendo alla realizzazione del Piano divino sulla terra.
E' qui importante osservare che l'evangelista... presentando il Battista come la voce della profezia dell'Antico Testamento, e lasciando pressoché nell' “anonimato” la sua personalità umana... si differenzia notevolmente dalla tradizione sinottica, dove il Battista è invece presentato come l'impetuoso precursore che attira le folle con la sua predicazione, fino a dover subire il martirio per aver osato sfidare apertamente il potere.
Questa differenza mette ulteriormente in luce ciò che Gv vuole dire ai lettori di questo suo Vangelo: il compito di Giovanni Battista è quello di essere il testimone totalmente al servizio di Gesù... ovvero colui che “incarna” la voce della Scrittura d'Israele che riconosce in Gesù il Messia e ne da' testimonianza al mondo.

Segue: Gv 1,24-25