« Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.»
Giuda Taddeo ha appena chiesto a Gesù come mai Lui abbia annunciato di doversi manifestare ai discepoli “e non al mondo” (Cfr. Gv 14,22), e la risposta del Maestro identifica nell'umana libertà l'elemento che fa la differenza :
Ad essere escluso da ogni sua ulteriore comunicazione/manifestazione è – dice Gesù - “Chi non mi ama, (il quale) non osserva le mie parole” e... così facendo... “dichiara” di far parte del “mondo” anziché della comunità dei discepoli.
Poi, Gesù ribadisce anche una realtà già più volte affermata in precedenza (Cfr. Gv 7,16; 8,26.28; 12,49 s.), ovvero che la parola da Lui pronunciata non è sua, ma del Padre che Lo ha inviato... e così sottolinea il fatto che rifiutare il suo insegnamento significa porsi nell’impossibilità di diventare la “dimora” (Cfr. Gv 14,23) di Dio, situandosi conseguentemente nell’impossibilità di percepire la sua presenza e di accogliere le sue manifestazioni.
Segue: Gv 14,25-26