« Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.»
Il fulcro di questa frase, nella quale Gesù dice che la vita eterna consiste nel conoscere Lui e il Padre, è costituita proprio dal verbo “conoscere” (in ebraico jada' e in greco ghinóskein).
Nel linguaggio biblico, esso non designa soltanto un'attività mentale... intellettiva e razionale... bensì un'attività onnicomprensiva che coinvolge anche le sfere affettiva, volitiva ed operativa del credente.
Biblicamente il termine “conoscere” significa, in sostanza, "amare"... come ribadirà chiaramente anche la prima lettera giovannea: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” (1 Giov 4,8).
E' dunque questa la “meta” che Gesù sta qui indicando ai suoi discepoli: la comunione piena con Dio che è raggiungibile attraverso la pienezza della conoscenza che scaturisce dall'amore.
Ecco dunque evidenziarsi il peculiare concetto di salvezza presente in questo Vangelo, cioè la vita eterna intesa come la profonda comunione con Dio che si instaura mediante quell'intima conoscenza che unisce due soggetti che si amano.
Le successive parole con le quali Gesù precisa che si tratta di conoscere l'unico vero Dio, va intesa nel senso di conoscere il Padre per ciò che Lui realmente è... e ciò è possibile per quanti conoscono il suo inviato, Gesù Cristo, e Gli credono.
Pur se, infatti, una prima forma di conoscenza di Dio è già accessibile all'essere umano attraverso la via naturale-razionale... come per esempio ricorda anche il celebre versetto sapienziale “Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore” (Sap. 13,5)... la pienezza di conoscenza di cui Gesù sta parlando richiede invece che Dio stesso si riveli.
Proprio in ciò è consistita la missione del Figlio che il Padre ha inviato sulla terra quale suo divino rivelatore (Cfr. Gv 1,18).
Segue: Gv 17,4
Vedi nel Glossario le voci:
"Conoscenza"
"Vita eterna"
P.S. - Il verbo “conoscere” , che caratterizza questo versetto, sarà ripreso molte altre volte nel prosieguo di questa preghiera (Cfr. Gv 17,7.8.23.25.26).
Infine, in conclusione di questo 17° capitolo, la conoscenza che Gesù ha del Padre (e che i suoi discepoli condividono), sarà contrapposta alla non-conoscenza del “Padre giusto” imputata al mondo (Cfr. Gv 17,25).
P.S. bis - Riguardo al concetto universale di salvezza riscontrabile in questo Vangelo, vedi anche le letture di:
- Gv 1,9 (vedi l'approfondimento "Il Logos che illumina ogni uomo")
- Gv 1,12
- Gv 3,15
- Gv 3,36
Ulteriori approfondimenti: “Conoscenza incarnata” (nel blog "Diario di un monaco")