Gv 19,13

« Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.»

In una scena che replica la prima presentazione dell'imputato alla folla (Cfr. Gv 19,4-7), Pilato fece condurre fuori Gesù e - aggiunge Gv - il prefetto romano sedette in tribunale, a segnalare il fatto che si è ormai giunti al momento del pronunciamento della sentenza.
L' “ufficialità” di quanto sta per accadere è sottolineata dall'uso di due termini topografici sconosciuti alla tradizione sinottica, e riferiti entrambi alla corte attigua al pretorio romano situato a Gerusalemme : Litòstroto (dal greco “Lithóstrōtos” che significa “luogo lastricato”) e Gabbatà (che in aramaico significa “altura”).
Nell'ormai imminente “elevazione” sulla croce di Gesù... corrispondente, nella lettura teologica giovannea, alla sua “esaltazione” che Lo rende visibile ad ogni essere umano (Cfr. Gv 3,14; Gv 12,32; Gv 19,37)... Pilato sta per pronunciare la sua pubblica condanna mentre è seduto in tribunale.
In questo modo, egli sancirà ufficialmente che le autorità giudaiche hanno raggiunto il loro scopo di condannare Gesù... ma, al contempo, il prefetto romano dichiarerà ufficialmente anche ciò che esse non vorrebbero, ovvero che Gesù è il “re dei Giudei” (Gv 19,21-22).

Segue: Gv 19,14