Gv 19,26-27

« Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!".
Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.»


Pronunciando la frase "Donna, ecco tuo figlio !", Gesù affida a sua madre il discepolo che egli amava, ovvero colui che, unico tra i dodici, Gli è rimasto fedele fino ai piedi della croce e dunque funge da modello per i futuri discepoli di Cristo:
Anch'essi troveranno accoglienza e protezione tra le braccia della Madre divina se sapranno essere perfettamente fedeli al Cristo “innalzato” sulla croce... per cui è anche a ciascuno di loro che Gesù idealmente dice: "Ecco tua madre!".

Segue: Gv 19,28

La maternità spirituale di Maria

Al di là del suo significato letterale, la scena qui descritta da Gv contiene alcuni “indicatori” rivolti verso quel piano simbolico che custodisce il messaggio più profondo dato dall'evangelista.
Per accedere a questa dimensione simbolica, cominciamo con l'osservare la particolarità di due espressioni già presenti nell'episodio di Cana (Cfr. Gv 2,1-12), ovvero nell'unico altro brano di questo Vangelo in cui compare la Madre di Cristo, a determinare un ideale collegamento che abbraccia l'inizio e la fine del ministero pubblico di Gesù.
Significativamente, anche nell'episodio di Cana Lui si era rivolto a Maria chiamandola "donna" (Cfr. Gv 2,4), cioè usando un'espressione inusuale per un figlio che si rivolge a sua madre.
Questo termine "anomalo" stava ad indicare il ruolo simbolico di Maria che, in quel caso, rappresentava la parte del popolo di Israele che era rimasta fedele al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e, proprio grazie a questa fedeltà, sapeva riconoscere nel Figlio da Lei partorito il Cristo...  cioè il divino Inviato del Padre.  
Inoltre, in quella stessa frase che Gesù aveva rivolto a Maria nell'episodio di Cana, era comparsa per la prima volta anche l' “ora”... cioè una delle fondamentali espressioni che costituiscono un po' il filo conduttore di questo Vangelo, ma che nel racconto della passione di Cristo troviamo unicamente in  questo versetto... doppiamente legato, dunque, all'episodio di Cana.

Mettendo a confronto il ruolo simbolico di Maria in questi due episodi, possiamo osservare come a Cana Lei rappresenti l'Israele fedele, ricettivo alla missione divina dell'Inviato di Dio, mentre adesso... ai piedi della Croce... il significato della presenza della madre di Gesù deve essere colto in relazione alla contemporanea presenza del discepolo che egli amava.   
L'evangelista scrive che Gesù, vedendo questo discepolo insieme a sua madre, pronuncia due frasi “speculari”, contenenti entrambe quel termine “ecco” che è già usato nell'Antico Testamento come formula di rivelazione, mediante la quale Dio rivela l'identità o la missione nascosta di una persona (Cfr. per es. 1S 9,17).
Ebbene... nel passaggio in cui ci troviamo, Gesù pronuncia la frase “Donna, ecco“ per annunciare la rivelazione della definitiva “missione” di Maria e del “discepolo che Egli amava”:
Il discepolo è ora il suo nuovo figlio, e Lei è la sua nuova Madre, per cui entrambi si prenderanno cura, vicendevolmente, l'Una dell'altro... con la pienezza dell'amore che una madre nutre per il figlio, ed un figlio per la madre.
Poiché il discepolo che Gesù amava rappresenta il discepolo perfetto, precursore di tutti i successivi discepoli di Cristo, anche questi ultimi sono chiamati ad entrare in questa “missione” divina, amando come dei figli la Madre divina e, al contempo, facendosi amare da Lei come dei figli.
E' questa la “nuova era” che Gesù-Re annuncia dal trono della Croce:
Maria amerà suo figlio Gesù nei futuri discepoli, e i futuri discepoli ameranno la Madonna come la loro divina Madre... quale sublimazione dell'amore più grande che l'essere umano sperimenta nella sua vita “naturale”: quello “viscerale” che unisce la madre e il figlio (Cfr. Is. 49,15).
Per conseguenza Maria... che a Cana rappresentava la parte del popolo di Israele rimasto fedele a Dio e quindi capace di accogliere la Rivelazione divina portata da Gesù... adesso rappresenta Colei che, a partire dall'ora della croce, è la Madre di tutti coloro che saranno i futuri discepoli di Cristo nonché... nella prospettiva universale sancita dalla Nuova Alleanza... la  nuova Eva (Cfr. Gen 3,20), cioè la Madre di tutti i viventi che abbraccerà come suoi figli tutti coloro che vorranno farsi abbracciare da Lei, cercando la salvezza.

Se poi ci si addentra ulteriormente nella trama simbolica tessuta da Gv, si può rilevare come la frase che Gesù rivolge a Maria dicendoLe “Ecco tuo figlio”... può essere intesa anche nel senso: “Ecco, in questo discepolo ci sono Io, il figlio che tu hai partorito”.
In quanto “figura” del discepolo perfetto, il discepolo che Gesù amava ha infatti pienamente accolto il Cristo che, pertanto, insieme al Padre adesso dimora in lui (Cfr. Gv 14,23).
Si tratta della stessa concezione teologica che, per esempio, porterà Paolo di Tarso a scrivere “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)... in una prospettiva che ci permette dunque di leggere le parole qui pronunciate da Gesù, come se Lui dicesse a sua madre Ecco tuo figlio, il Cristo!”.
Sì... da lì in avanti il Cristo sarà infatti “impersonato” da ogni credente che saprà identificarsi con Lui facendosi suo perfetto discepolo, ed entrando così nella comunione divina già esistente tra il Figlio e il Padre (Cfr. la voce “inabitazione” nel Glossario).
E' questo il frutto della “glorificazione” di Gesù sulla croce: a discapito della sua apparente dipartita, Lui sarà infatti nei suoi discepoli (Cfr. Gv 17,23) ... compresi quelli delle successive generazioni... e loro vivranno della sua vita divina (Cfr. Gv 14,19).
Per tali discepoli Maria sarà la Madre divina e Lei, amandoli, eserciterà verso di loro la sua divina maternità spirituale, aiutandoli ad essere fedeli discepoli di suo Figlio, che in loro darà vita alla realtà di “Cristo nell'uomo”.

Segue: Gv 19,28

P.S. - In relazione all'argomento "Maternità spirituale di Maria", puoi vedere anche il post "Telescopio su Anima Universale" (nel mio blog "Diario di un monaco").