Gv 19,37

« E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.»

Rafforzando ulteriormente ciò che ha appena affermato (Cfr. Gv 19,36), ovvero che nella passione di Cristo tutto sta avvenendo a compimento della Scrittura, l'evangelista fa qui riferimento ad un brano profetico nel quale Zaccaria annuncia la liberazione escatologica di Israele ad opera del Signore, mediante un personaggio misterioso del quale il profeta scrive: “Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto” (Zc 12,10).
A seguito dell'uccisione di questa figura, assimilabile per certi versi all'isaiano Servo del Signore (Cfr. Is 53), Zaccaria scrive anche: “vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità” (Zac 13,1)... in un passaggio annunciatore della sorgente di sangue e acqua che – ci ha appena detto l'evangelista – sono sgorgati dal costato di Gesù (Cfr. Gv 19,34).
Infatti, parlando di coloro che volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto, Gv si riferisce qui ai futuri credenti i quali, credendo in Gesù, Lo riconosceranno come sorgente di vita spirituale che li attira a Sé (Cfr. Gv 12,32).
Si tratta, in sostanza, della riproposizione del messaggio che abbiamo già incontrato in precedenza, per esempio quando Gesù aveva parlato di Sé stesso in quanto Figlio dell'uomo che avrebbe dovuto essere innalzato “come Mosè innalzò il serpente nel deserto”... “perché chi crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3,14-15).
Per i credenti che volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto... l'Innalzato sulla croce sarà il chicco di grano che, morendo, porta molto frutto (Cfr. Gv 12,24).

Segue: La sepoltura (Gv 19,38-42)