Gv 21,25

« Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.»

Quest’ultimo versetto – rileva la moderna esegesi - è scritto da un autore diverso sia da Gv, sia dal redattore (o i redattori) che hanno scritto il versetto precedente, nel quale si legge tra l’altro l’espressione “noi sappiamo che la sua testimonianza è vera” (Gv 21,24).
Qui invece si legge “penso che...” e, in effetti, anche solo questo cambiamento di soggetto, dal plurale al singolare, fa immaginare un ulteriore autore che interviene appunto per fare una importante precisazione:
Questo Vangelo non contiene tutto ciò che si sarebbe potuto scrivere riguardo alle “cose compiute da Gesù”… come avrebbe invece potuto pensare un lettore che avesse trovato Gv 21,24 quale versetto conclusivo.
Ecco allora chiarirsi il motivo per cui questo ignoto autore riprende qui il concetto già espresso dall’evangelista Gv in chiusura del suo Vangelo, quando aveva scritto che “Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro” (Gv 20,30).