« Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.»
Descrivendo questa scena, l'evangelista pone in primo piano l'avvicinarsi di Gesù.
Si tratta, evidentemente, della manifestazione della sua realtà sovrannaturale, che Gli permette di trascendere le leggi fisiche della natura e di mostrarsi in un diverso modo di presenza, che è reale pur non essendo più quello puramente fisico.
Poi, Gv aggiunge che i discepoli ebbero paura, e questa reazione è da leggere non tanto nel senso che loro avessero creduto di vedere un “fantasma” (Mc 6,49)... come narra il racconto sinottico di Marco... quanto invece nel senso che erano come presi dal timore di fronte alla “luminosità” di quella epifania di Cristo, che stava manifestando la sua più intima realtà divina... trascendente gli umani schemi dello spazio e del tempo.
Segue: Gv 6,20