« Ma egli disse loro: "Sono io*, non abbiate paura".»
Gli unici testimoni del segno straordinario di Gesù che “camminava sul mare” sono i discepoli, ai quali Lui vuol far comprendere di essere molto più del “Profeta” (Dt 18,15) annunciato sin dai tempi di Mosè ed anche molto più del re messianico che la folla poteva aspettarsi (Cfr. Gv 6,14-15).
Giunto nei pressi della barca Lui saluta i discepoli con l'espressione qui sopra tradotta Sono io, che nel testo originale greco è però scritta letteralmente “Egó eimi”, cioè *Io sono... ad evocare il nome divino rivelato da JHWH a Mosè sul Sinai, mediante le parole che risuonano dal roveto ardente: “Io sono colui che sono!” (Es 3,14).
E' in virtù di questo nome divino, “Io sono”, da Lui applicato a Sé stesso... che Gesù vince le potenze del male e trascende le leggi della natura, e conseguentemente dice ai discepoli “non abbiate paura”, un'espressione che è anch'essa presente in alcuni passaggi veterotestamentari nei quali Dio pronuncia l' “Io sono” (cfr. Gn 15,1; 46,3).
Questa affermazione... che sottolinea la dignità divina di Gesù... costituisce il presupposto della sua imminente autorivelazione in quanto “Pane della vita” disceso dal cielo (Cfr. Gv 6,35.41.48.51).
Segue: Gv 6,21
Riguardo all'espressione “Io sono”
Nel prosieguo del Vangelo, Gesù si presenterà più volte sottolineando la divinità della sua persona mediante queste due parole “Io sono”:
Per sette volte (il numero che biblicamente sta ad indicare la totalità) lo farà collegando questa formula ad un concetto/simbolo: “il pane della vita” (Gv 6,35.48.51)... “la luce del mondo” (Gv 8,12)… “la porta” (Gv 10,7.9)… “il buon pastore” (Gv 10,11.14)… “la risurrezione e la vita” (Gv 11,25)...“la via, la verità e la vita” (Gv 14,6)... “la vite vera” (Gv 15,1.5).
In altre occasioni, affermerà la sua dignità divina affermando unicamente “Io sono” (Gv 8,58; cfr. Gv 18,4-8 e anche Gv 4,26)… come accade nel versetto in cui ci troviamo.
* (Vedi il termine "Io sono" nel Glossario
)
Segue: Gv 6,21