« Gli dissero: "Dov'è costui?". Rispose: "Non lo so".»
Neanche un “segno” talmente eclatante come la guarigione di un cieco nato è bastato ad incrinare il muro di incredulità eretto dai Giudei, i quali gli chiedono: Dov’è costui?
D’altronde, Gesù si è sottratto alla vista dei Giudei dopo il loro tentativo di lapidarLo (cfr.Gv 8,59)… ed ora è come se Lui volesse lasciare all’uomo miracolato il compito di “sbrigarsela” con coloro che lo stanno interrogando.
Infatti, come vedremo, Gesù ricomparirà solo alla fine dell’episodio (cfr.Gv 9,35-41), dopo che quest’uomo avrà espresso una piena confessione di fede in Lui... cioè dopo che avrà dimostrato di aver compiuto il percorso interiore di fede che, all'interno del brano, è come “contrassegnato” dall' “escalation” di titoli sempre più importanti che lui attribuisce a Gesù: “l’uomo che si chiama Gesù” (Gv 9,11), “un profeta” (Gv 9,17), “un uomo che viene da Dio” (Cfr. Gv 9,33), “Figlio dell’uomo” (Gv 9,35), ed infine “Signore” (Gv 9,38), cioè il termine usato nella versione in greco della Bibbia (detta “dei Settanta”) per tradurre Jahweh, il nome sacro del Dio d'Israele.
In un primo momento... invece... lui può rispondere soltanto “Non lo so”… e queste sue parole evocano anche il fatto che lui non ha ancora fatto questo percorso di fede, che lo porterà ad avere fede in Gesù, e dunque anche a sapere di Lui.
Segue: Gv 9,13-14