Gv 1,11

« Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. »

Dopo aver denunciato il fatto che, in generale, “il mondo non ha riconosciuto il Verbo” (cf. Gv 1,10), Gv focalizza adesso l'attenzione su un aspetto più preciso:
Il Verbo è venuto fra i suoi (tà ídia), e i suoi (hoi ídioí) non lo hanno accolto.
L'espressione greca “tà ídia” (i suoi) sembra far riferimento alla “relazione speciale” che Dio intrattiene nei confronti del popolo con cui ha stretto l'Alleanza, che nel Primo Testamento viene definito tra l'altro “Israele mia proprietà” (Is 19,25; cfr. Sal 135,4)... “popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra” (Dt 7,6; cfr. Es 19,5).
Però, in precedenza l'evangelista aveva presentato il Logos divino come "la luce degli uomini” (Gv 1,4), nel senso di "Luce dell'intera umanità... per cui sarebbe riduttivo pensare che Gv intenda qui riferirsi al solo "popolo eletto".
Pertanto, conformemente allo sviluppo del Prologo... che in questa prima parte (e fino a Gv 1,13) si riferisce al Logos che dall'alba dei tempi venne in questa dimensione prima ancora della sua incarnazione in Gesù (cf. Gv 1,14)... la duplice espressione "i suoi" va più correttamente riferita all'intera umanità, anche al di fuori di Israele.
Non si tratta cioè di una constatazione di Gv riferita unicamente al popolo ebraico bensì, più in generale, ad ogni essere umano che si è rifiutato di accogliere il Logos divino.
E' poi significativo osservare come Gv scriva "non lo hanno accolto (il Logos)" usando il verbo greco paralambanô (accogliere) che, in seguito, lui riutilizzerà soltanto nel momento della cattura di Cristo (Gv.19,16), di poco precedente alla Sua crocifissione.
L'intento dell'evangelista è quello di sottolineare la radicalità della scelta alla quale ogni essere umano viene messo di fronte:
Chi nella propria umana esistenza non accoglie il progetto divino del Logos, automaticamente accoglie le tenebre che vogliono crocifiggerLo, perché la rivelazione della Luce divina non ammette le “mezze misure”.
In questa prospettiva si può comprendere perché ai "tiepidi", cioè a coloro che esitano a schierarsi dalla parte della Luce divina, il Signore nell'Apocalisse dica: "Sto per vomitarti dalla mia bocca" (Ap. 3,16).

Segue: Gv 1,12


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