« Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".
E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. »
I due discepoli ascoltano le parole con le quali il loro maestro, Giovanni Battista, indica nuovamente Gesù quale agnello di Dio (cfr.Gv 1,29)... e le comprendono come un'esortazione ad unirsi a Lui.
Raccogliendo questo invito, loro "seguirono Gesù"... e poiché Giovanni era a sua volta “mandato da Dio” (Gv 1,6), in sostanza è Dio stesso che “assegna” a Gesù i suoi primi discepoli.
Essi fanno così parte di quegli “uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me” (Gv 17,6) ai quali Gesù si riferirà nella preghiera che Gli vedremo rivolgere al Padre, quando leggeremo le vicende precedenti la sua Pasqua.
Però, il fatto che Dio "invii" dei discepoli al seguito di Gesù, non sta a significare che Egli intervenga forzando la loro libertà, perché... se così fosse... si tratterebbe di un Dio prevaricatore, che oltretutto sarebbe iniquo nel rivolgere questa chiamata ad alcuni, e non ad altri.
Infatti... la circostanza che i due discepoli di cui parla questo brano si trovassero al seguito del Battista, dimostra che loro erano già in ricerca... e questo loro “primo passo” determina per conseguenza l'intervento di Dio che, attraverso Giovanni, risponde alla loro esigenza spirituale indirizzandoli a formare la comunità al seguito del Messia.
Questo modo di presentare, da parte di Gv, le vocazioni dei primi discepoli... si segnala anche per la sua diversità rispetto alle narrazioni dei Sinottici (cfr.Mt.4,18-22; Mc.1,16-20; Mc.2,14; Lc 5,1-11), nelle quali “i chiamati” sono uomini intenti nelle loro occupazioni, che devono abbandonare casa e lavoro per seguire Gesù.
Segue Gv 1,38