Gv 2,20

« Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?".»

I Giudei non comprendono le parole di Gesù, che per loro rimangono enigmatiche, e così gli dicono: "questo tempio è stato costruito in quarantasei anni (riferendosi con ciò all'insieme degli edifici sacri)... e tu in tre giorni lo farai risorgere?".
Questa loro domanda lascia trasparire quanto siano sbalorditi, di fronte ad una azione materialmente impossibile per chiunque, tranne che per Dio.
Ci troviamo quindi di fronte ad un evidente equivoco:
I Giudei hanno in mente il tempio di pietra, ed invece - come l'evangelista sta per puntualizzare (Gv 2,21) - Gesù si riferisce al suo corpo che, una volta “distrutto”, Lui “riedificherà” in tre giorni mediante la sua Risurrezione.
Proprio l'equivoco tra ciò che Gesù dice, e ciò che i suoi interlocutori capiscono, è una caratteristica che vedremo ripresentarsi anche in altri episodi di questo Vangelo, nel quale il Cristo sovente utilizza delle parole che... oltre al loro significato naturale normalmente compreso da chi Lo ascolta... ne hanno poi anche uno più profondo, legato alla sua Realtà soprannaturale.

Segue: Gv 2,21

P.S. - Questo versetto di Gv è di particolare rilievo ai fini della collocazione della vicenda di Gesù nel tempo della storia.
La ricostruzione del tempio di Gerusalemme alla quale i Giudei fanno qui riferimento, è infatti costituita dai lavori di ampliamento iniziati da Erode il Grande nel 19 a.C., per cui l'avvenimento di cui Gv ci sta parlando va collocato in concomitanza con la Pasqua dell'anno 28.
Per conseguenza, grazie anche agli ulteriori riferimenti storici forniti dall'evangelista (che troveremo nel prosieguo della sua narrazione) è possibile datare la Passione di Cristo all'aprile dell'anno 30*.


Pista di approfondimento:
9 aprile dell'anno 30 d.C. (nel mio blog "Diario di un monaco")