Gv 3,13

« Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo.»

Queste parole di Gesù, "nessuno è mai salito al cielo", suonano come una smentita nei confronti di quegli esponenti delle tradizioni apocalittica e gnostica che affermavano di avere delle visioni grazie alle quali portavano sulla terra i “segreti” raccolti nei loro “viaggi” in cielo.
Gesù dice invece che l'unico che può salire al cielo è colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, ovvero Lui stesso il quale - come ci ha detto l'evangelista in precedenza (Gv 1,51) - è in costante collegamento con il cielo.
E' per questo che solo Lui può rivelare le cose del cielo (Gv 3,12) appena nominate a Nicodèmo.

Segue: Gv 3,14

P.S. - A differenza dell'idea sinottica del Figlio dell’uomo, che un giorno sarebbe venuto con potenza (nella “parusia*), in questo Vangelo già la crocifissione di Gesù è intesa come una glorificazioneper cui, nell'impostazione teologica di Gv viene meno la necessità di una futura parusia quale futuro ingresso di Gesù nella gloria.
In questo senso, il titolo cristologico giovanneo Figlio dell’uomo* - che è riferito alla missione terrena di Gesù ed include i concetti di "ascensione" (Gv 6,62), di “esaltazione” (Gv 3,14; Gv 12,34) e di “glorificazione” (Gv 12,23; Gv 13,31) - assume una nuova pienezza di significato ed un'ulteriore importanza rispetto agli altri scritti del Nuovo Testamento.

Vedi nel glossario i termini:
"Glorificazione"
 "Parusia" 
"Figlio dell'uomo"