In questo capitolo l’evangelista narra quella che viene comunemente definita come “l’apparizione” di Gesù ai discepoli ma, in realtà, il verbo più adatto per descrivere questo episodio non è “apparire” bensì “vedere”.
La Maddalena infatti ha appena detto “ho visto il Signore!” (Gv 20,18), Il quale adesso “si fa vedere” anche ai discepoli (Cfr. Gv 20,25.29) non soltanto “apparendo” a loro… ma proprio incontrandoli e stabilendo con loro un dialogo.
Questo episodio è noto anche come la “pentecoste giovannea”, caratterizzata dal fatto di avvenire non dopo 50 giorni (Cfr. At 2,42-48), bensì la sera stessa della Pasqua.
D’altronde, in questo Vangelo abbiamo visto che per Gesù tutto “è compiuto” (Gv 19,30) già sulla croce, che è il “trono” nel quale Egli è stato glorificato ed ha consegnato al Padre lo Spirito, quale preludio all’effusione dello Spirito Santo sui discepoli che sta per aver luogo nella sera della Pasqua (Gv 20,22).
Segue: Gv 20,19