Rivendicando la pienezza della condizione divina mediante l'espressione “Io sono”*, qui Gesù dice di essere la vite vera... e così facendo richiama un'immagine centrale nella letteratura profetica (Cfr. Ger.2,21; Is 5,1-7).
In quanto vite vera, Gesù implicitamente si distingue da quella falsa, per cui presenta Sé stesso in “sostitutuzione” della realtà religiosa di Israele... come già aveva fatto dichiarandosi il vero "pane di vita" (Gv 6,35; cfr.Gv 6,32) in sostituzione della “manna”.
Adesso che la “vite” Israele è ormai improduttiva, Gesù è il nuovo Israele, la vite fertile alla cui fruttuosità partecipano i “tralci” (cioè i discepoli) che gli danno adesione.
Il Padre... è l’agricoltore che, come stiamo per vedere (Cfr. GV 15,2), metaforicamente è il vignaiolo che compie la sua opera sulla “vite-Gesù”.
* Vedi nel Glossario la voce: “Io sono”
Segue: Gv 15,2
P.S. - Ritornando sulle “tracce” veterotestamentarie della vite, già Osea... il più antico dei profeti... scriveva “vite rigogliosa era Israele, che dava sempre il suo frutto” (Os 10,1)... e poi anche Isaia, oltre a scrivere per questa vigna il suo celebre “cantico d'amore” (Is 5,1ss), annunciava per essa dei frutti importanti... perché la piantagione del Signore avrebbe dovuto “manifestare la Sua gloria” (Is 61,3; cfr.60,21).
La tradizione ebraica diceva infatti che la “vigna” di Israele doveva la sua esistenza a YHWH, che l'aveva strappata dall'Egitto e piantata in uno spazio nuovo, dove essa aveva potuto svilupparsi e prosperare: “Hai sradicato una vite dall'Egitto, hai scacciato le genti e l'hai trapiantata.(...) Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli” [Sal 80(79),9-12].
Ma... la fruttificazione della “vigna-popolo di Israele” si dimostrò nei fatti deludente rispetto a queste premesse, palesando un “inaridimento” denunciato a più riprese dai profeti:
“Io ti avevo piantato come vigna pregiata, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?” (Ger 2,21)
“Ma essa [la vite] fu sradicata con furore e gettata a terra; il vento d'oriente seccò i suoi frutti e li fece cadere; il suo ramo robusto inaridì e il fuoco lo divorò” (Ez 19,12)
Segue: Gv 15,2