Gv 17,10

« Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro.»

Gesù si è appena rivolto al Padre dicendo “Io prego... per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi” (Cfr. Gv 17,9). Queste sue parole sono riferite ai discepoli i quali... avendoGli creduto e dunque avendoLo riconosciuto come il Figlio... appartengono al Padre.
Adesso, Gesù aggiunge la frase “Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie”, a sottolineare che... in virtù della piena comunione tra il Padre e il Figlio... ciò che appartiene all'Uno appartiene anche all'Altro (Cfr. Gv 16,15).
Poi, Gesù riprende il filo conduttore della sua preghiera, che è costituito dal tema della “glorificazione”, e dice “io sono glorificato in loro”... proprio perché i discepoli hanno riconosciuto in Lui il Figlio, ed hanno accolto le sue parole come parole provenienti dal Padre.

Segue: Gv 17,11

Vedi nel Glossario le voci:
“Glorificazione”
“Inabitazione”

P.S. - Nella teologia giovannea, il Figlio dipende in tutto dal Padre (Cfr. Gv 4,34) e, al contempo, Figlio e Padre sono uniti in una comunione perfetta (Gv 16,15).
Il brano in cui ci troviamo parla di uno degli oggetti di questa comunione, vale a dire i credenti che rimangono nel mondo che Gesù sta per lasciare, i quali sono da Lui affidati al Padre... dopo che il Padre li ha affidati a Lui (Cfr. Gv 17,6).
In “trasparenza” viene così riproposto il tema del pastore e del suo gregge che abbiamo incontrato nel 10° capitolo, dove abbiamo visto come le pecore che il Padre ha dato al Pastore-Gesù non possano essere strappate “dalla mano del Padre” (Gv 10,29) perché – ha detto Gesù - “Io e il Padre siamo uno” (Gv 10,30).