Gv 17,11

« Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una cosa sola*, come noi.»

Nell'imminenza della sua dipartita, Gesù pensa ai discepoli che invece rimangono nel mondo, per i quali rivolge la sua preghiera al Padre santo affinché li custodisca nel suo nome.
Il termine santo, che l'evangelista scrive in greco "hagie", va qui inteso nel senso dell'ebraico qadôsh (basato sulla radice verbale qdsh, “separare”).
Dio è santo nella sua divina Essenza trascendente, che è “separata” dal mondo (Cfr. Gv 8,23).
Inoltre, Dio ed è anche il Padre che ha inviato nel mondo il Figlio Gesù, Il quale adesso Gli chiede di “custodire” i suoi discepoli, proteggendoli dal mondo a loro ostile.
Considerando come nella cultura semitica il nome avesse anche una valenza rappresentativa della realtà personale di chi lo portava, la frase di Gesù “custodiscili nel tuo nome” va compresa in questo senso:
Il Padre ha rivelato la Realtà del proprio Essere nel Figlio, Il quale aggiunge infatti: “quello (il nome) che mi hai dato”...
Pertanto, i discepoli che hanno creduto al Figlio ed hanno accolto la sua Parola (Cfr. Gv 17,6)... sono entrati, attraverso di Lui, in comunicazione con l'Essere del Padre, al quale Gesù chiede quindi di “custodirli nel suo nome”... ovvero di conservarli in questa comunione con la Realtà divina proteggendoli... come aggiungerà tra poco... “dal maligno” (Cfr. Gv 17,15).
Il fine di questa richiesta – dice Gesù - è che “siano uno come noi”*,
Detto in altri termini, il Figlio ha comunicato ai credenti la vita divina... che si sostanzia nella sua perfetta comunione con il Padre... ed adesso Lui chiede allo stesso Padre di custodirli in questa Vita divina.

Segue: Gv 17,12

Vedi nel Glossario le voci:
“Inabitazione”
“Vita”

* P.S. - Invece dell'espressione “siano una cosa sola, come noi” riportata da questa edizione biblica, noi adottiamo l'espressione “siano uno, come noi”, maggiormente fedele alle parole scritte in greco dall'evangelista: “ōsin (siano) hen (uno) kathōs (come) hēmeis (noi)”. (Cfr. Gv 17,21.22; Gv 10,30)