« Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.»
Mentre nella tradizione sinottica Gesù riceve lo schiaffo e rimane in silenzio, replicando l'atteggiamento dell'isaiano “Servo del Signore” (Is 53,7)... in questo Vangelo Lui continua ad adempiere alla sua missione di divino Rivelatore anche durante la Passione, ribadendo la sua dignità divina (Cfr. Gv 18,37) e riaffermando di essere dalla parte della giustizia... come accade in questo frangente, nel quale dice alla guardia che Lo ha colpito: “se ho parlato bene, perché mi percuoti?”.
Il silenzio di Anna, ed il fatto che Gesù sia inviato a Caifa con le mani legate, conferma la “sentenza” (Cfr. Gv 18,14) che... di fatto... è già stata emessa nel corso del “processo” intentato dai Giudei contro di Lui, durante il suo ministero pubblico.
Diversamente dai racconti sinottici, il quarto evangelista qui non descrive pertanto una scena in cui Gesù venga giudicato... bensì l'ultimo incontro tra Lui e l'autorità religiosa che Lo ha già “processato”.
Tale autorità è personificata da Anna perché... come già abbiamo visto nella lettura di Gv 18,12... il fatto che i romani avessero destituito Anna dalla carica di sommo sacerdote, non ne aveva pregiudicato il titolo e l'influenza religiosa sul popolo.
In conclusione di questa scena Anna manda Gesù a Caifa, che è il sommo sacerdote “ufficiale”, ma... anche in relazione ai motivi anzidetti... Gv non farà alcun cenno al processo davanti al Sinedrio raccontato dai sinottici.
Segue: Gv 18,25
P.S. - Il fatto che, in questa parte del suo racconto, Gv alterni il titolo di sommo sacerdote con il nome di Anna, senza mai attribuirglielo espressamente, lascia spazio ad una ambiguità interpretativa che alcuni esegeti vorrebbero risolvere spostando Gv 18,24 immediatamente dopo Gv 18,13.
Così facendo, il passaggio da Anna diventerebbe una breve parentesi, e la comparizione di Gesù davanti a Caifa diventerebbe più somigliante a quanto viene raccontato dalla tradizione sinottica.
Però questa ricostruzione si fonda su dei manoscritti che “contraddicono i migliori e i più antichi testimoni” come per esempio osserva il gesuita X.L.Dufour (“Lettura dell'Evangelo secondo Giovanni”, Ed.San Paolo, 2007, p.1037), e dunque noi continuiamo la nostra lettura seguendo il testo della Bibbia di Gerusalemme, nell'edizione da noi adottata.