Gv 19,15

« Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i capi dei sacerdoti: "Non abbiamo altro re che Cesare".»

In risposta alle parole di Pilato, che si è rivolto a loro dicendo “Ecco il vostro re!”, i Giudei gridano “Via, via, crocifiggilo!”, e questa reazione determina un'ulteriore scambio di battute tra Pilato e le autorità giudaiche, riguardo alla “regalità” di Gesù.
La domanda posta dal prefetto romano... “Metterò in croce il vostro re?”... è di fatto un tranello dialettico nel quale cadono i capi dei sacerdoti.
Essi infatti rispondono “Non abbiamo altro re che Cesare” e così facendo, accecati dall'odio nei confronti di Gesù, dichiarano la loro sottomissione alla dominazione romana, cioè a quel detestato potere politico che opprime il popolo giudaico.
In questo modo essi dimostrano di essere in contraddizione con le stesse fondamenta della loro fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, che ogni israelita è chiamato a considerare l'unico re del suo popolo.
Pronunciando delle parole che simbolicamente rinnegano la loro fede, questi capi dei sacerdoti proclamano di essere schierati dalla parte dei nemici di Dio... in una scena che si presta a ribadire il tema teologico già più volte incontrato in questo Vangelo: rifiutare il Cristo significa rifiutare Dio stesso.

Segue: Gv 19,16a