Gv 19,7

« Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".»

Senza raccogliere la provocazione di Pilato (Cfr. Gv 19,6), i Giudei riportano il discorso sul piano religioso e puntualizzano il motivo della loro condanna nei confronti di Gesù: “perché si è fatto Figlio di Dio”.
Questa accusa di blasfemia era già precedentemente emersa durante la vita pubblica di Gesù (Cfr. Gv 5,18; Gv 10,33), ma in questo passaggio essa viene formulata con un richiamo esplicito alla Legge, in nome della quale i Giudei sostengono che Gesù debba essere ucciso.
Di fatto, Pilato ha dunque realizzato l'intento di portare i suoi interlocutori ad esplicitare fino in fondo quel loro “capo di imputazione” nei confronti di Gesù, che inizialmente avevano voluto tenergli nascosto (Cfr. Gv 18,29-31).
Si tratta, evidentemente, di un'accusa di carattere religioso... laddove questo processo romano si è invece occupato di un'accusa politica e, pur se l'idea stessa di un “re dei Giudei” è ridicola agli occhi di Pilato, è comunque questa la ragione, di natura politica, che porta alla condanna di Gesù (Cfr. Gv 19,15.19).

Segue: Gv 19,8