« Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere più incredulo ma credente!".»
Gesù… conoscendo lo stato d'animo di Tommaso… gli dice di toccare con mano le ferite della crocifissione, in modo che tale constatazione lo porti a non essere più incredulo ma credente.
Segue: Gv 20,28
P.S. - Il Risorto dà qui dimostrazione della sua soprannaturale conoscenza dell’interiorità di Tommaso, invitandolo a fare ciò che serviva a fugare la sua incredulità senza neanche aver bisogno che il discepolo gliela esprima... e questa circostanza fa tornare in mente un analogo episodio raccontato da Gv nel primo capitolo, che si presta ad una lettura in parallelo:
Si tratta del brano in cui Gesù aveva dato dimostrazione di conoscere in modo soprannaturale l’interiorità di Natanaele (Gv 1,48) il quale, di fronte a tale evidenza, aveva subito superato l’iniziale incredulità riconoscendo Gesù come Figlio di Dio e re d’Israele (Cfr. Gv 1,49).
Una situazione analoga si ripete anche adesso:
Non appena Gesù dimostra di conoscere in modo soprannaturale l’interiorità di Tommaso, il discepolo supera l’iniziale incredulità e, come stiamo per vedere, pronuncia la più alta professione di fede presente nel Vangelo (Cfr. Gv 20,28).
Segue: Gv 20,28