Gv 20,29

« Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto: beati quelli che non hanno visto e hanno  creduto!".»

E' mediante queste parole che Gesù apre il tempo nel quale i suoi discepoli sono chiamati a credere senza avere visto, proclamando la seconda beatitudine di questo Vangelo.
La prima era stata da Lui annunciata nell'episodio della lavanda dei piedi, quando si era riferito all'amore che i Suoi discepoli erano invitati a scambiarsi vicendevolmente, mettendosi gli uni al servizio degli altri... e aveva detto: “Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica” (Gv 13,17)... .
In aggiunta a questa “beatitudine di servizio”, Gesù adesso proclama la “beatitudine della fede” che, pur essendo qui riferita a quelli che non hanno visto e hanno creduto, è in realtà annunciata per i suoi discepoli dei tempi futuri.
Essi si troveranno infatti a vivere in una situazione evidentemente diversa rispetto ai discepoli suoi contemporanei... e se sapranno credere pur senza aver visto loro diventeranno “beati”, fungendo anche da “segno” per quanti li incontreranno.
Però… il fatto che qui Gesù risponda comunque all’esigenza di Tommaso di “vedere e mettere il dito nel segno dei chiodi”… fa anche capire che questa possibilità di ricevere da Lui una risposta soprannaturale continuerà ad essere concessa in futuro a quanti, non avendo ancora realizzato in sé stessi questa beatitudine, avranno magari bisogno di un segno proprio per riuscire a raggiungerla.

Segue: Conclusione (Gv 20,30-31)

P.S. - Gettando uno sguardo d’insieme sui quattro Vangeli, è possibile rilevare anche un’ulteriore “corrispondenza”:
Quello che può essere considerato l’episodio di apertura dei fatti narrati dalla tradizione sinottica, è infatti la beatitudine contenuta nel brano lucano dell'Annunciazione, quando Elisabetta dice a Maria che le ha fatto visita: “Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,45).
A questa iniziale beatitudine della fede “incarnata” da Maria, idealmente fa eco la conclusiva beatitudine della fede alla quale… al termine della “traiettoria” dei racconti evangelici… il Gesù giovanneo chiama i suoi futuri discepoli: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (Gv 20,29).