Gv 1,47

« Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".»

Prima ancora che Natanaèle si accorga di Lui, è Gesù a scorgerlo che gli veniva incontro... e già lo conosce per come è dentro.
Gesù dice infatti di lui che è "un Israelita"… usando cioè una definizione che in Gv ha una valenza positiva*.
Poi, aggiunge che in Natanaèle non c'è falsità, rivelando dunque che si tratta di un degno rappresentante del popolo di Dio.
In effetti, Natanaèle dimostra la sua onestà interiore nel momento in cui... anziché “arroccarsi” nella sua conoscenza delle Scritture, secondo le quali il Cristo non poteva venire dalla Galilea (cfr. Gv 7,41)... accoglie l'invito “vieni e vedi” (Gv 1,46) rivoltogli da Filippo, e dunque accetta di verificare di persona se fosse veramente giunto colui che rispondeva all'attesa messianica di Israele.

Segue: Gv 1,48

* Vedi nel Glossario il termine "Israele"