Gv 2,1

« Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.»

L'evangelista inizia la narrazione di questo episodio con un'espressione, "il terzo giorno", che non va qui considerata in un ordine soltanto cronologico, ma anche nel suo “respiro” teologico collegato alla tradizione religiosa ebraica, per la quale il "terzo giorno" è il giorno in cui il Signore si manifestò per sancire l'Alleanza sinaitica con il popolo di Israele (Es.19,16-18).
Come stiamo per vedere, a Cana Gesù annuncia il passaggio dall'Alleanza antica a quella nuova e, per comprendere le numerose sfaccettature di questo avvenimento, dobbiamo procedere passo passo, iniziando dall'osservare questa festa di nozze nel contesto della tradizionale rappresentazione... mediante la “figura” matrimoniale... del rapporto intercorrente tra Dio (lo “sposo”) e il suo popolo (la “sposa”).  
Però, mentre  “lo sposo” farà la sua comparsa tra qualche versetto (Gv 2,9), la “sposa” in questo brano non viene mai nominata.
Al suo posto, a rappresentare simbolicamente il popolo c'era la madre di Gesù, che appare per la prima volta in questo Vangelo e, significativamente, viene citata tre volte... ma mai con il suo nome... nonostante Gv ovviamente sappia che la madre di Gesù si chiama Maria.
Come sempre accade in questo Vangelo, quando compare un qualsiasi personaggio senza che sia indicato il suo nome ciò significa che si tratta di un personaggio rappresentativo di una realtà più ampia.
In questo caso Lei, la madre che ha fatto nascere Gesù, rappresenta Israele... il popolo scelto da Dio per dare il Messia-Cristo al mondo.

Segue: Gv 2,2-3

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