« Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.»
Qui Gesù afferma che Il Padre... in ragione del fatto che ama il Figlio... oltre a manifestarGli tutto quello che fa, gli mostrerà anche delle opere ancora più grandi di queste, cioè maggiori... tanto per fare l'esempio più vicino... della guarigione dell'infermo che si trovava ai bordi della piscina di Betzatà (Cfr. Gv 5,8).
Viene allora naturale pensare ai miracoli eclatanti che incontreremo quando l'evangelista ci narrerà la guarigione del cieco-nato o addirittura la resurrezione di Lazzaro, ma la successiva precisazione di Gesù... perché voi ne siate meravigliati... fa anche pensare che la “grandezza” a cui Lui si riferisce non è riducibile alla “misura” dei Suoi poteri taumaturgici, perché il Suo scopo non è quello di destare sensazione per la prodigiosità “materiale” del Suo operato.
Le ulteriori guarigioni che Lui sta per compiere risanando la “vita” fisica saranno infatti il “segno” del dono ben più grande della “vita eterna”*, per cui l'espressione opere ancora più grandi va letta nella prospettiva sviluppata nel prosieguo di questo brano:
Si tratta delle “opere” con le quali Gesù comunica agli esseri umani la “grandezza” della Sua divina forza vivificante, la quale dona la vita eterna a quanti credono... e provoca l'auto-giudizio di condanna in quanti non credono (Cfr. Gv 5,24).**
Segue: Gv 5,21
* Vedi il termine "Vita eterna" nel Glossario
** Vedi anche: Gv 3,16; Gv 3,17; Gv 3,18